La SPADA NELLA ROCCIA è realtà : tra culto e leggenda nelle colline senesi
Dopo la visita a questa parte della struttura, l’uscita conduce verso un prato immenso e ben curato che grazie alla sua vastità alimenta la sacralità del luogo.
Un cartello indica di proseguire verso la collina che accoglie l’Eremo di Montesiepi, un edificio circolare, attualmente adibito a cappella, dove in una parte rocciosa del pavimento si trova la famosa Spada nella Roccia, piantata da San Galgano come simbolo di conversione.
La leggenda narra che Galgano era un cavaliere lussurioso e dissoluto, che si prodigava in gozzoviglie e duelli; un giorno però durante un viaggio gli apparve due volte l’arcangelo Michele. Questo prima si mostrò solamente, poi intimò il cavaliere di seguirlo, conducendolo in una collina dove in un edificio a pianta circolare si trovavano i 12 apostoli con Dio, il quale lo introdusse verso la conversione mostrandogli una vita povera e pura.
Al suo risveglio Galgano quasi dimenticò la visione, ma un giorno il suo cavallo, decise autonomamente di galoppare verso la collina dove tempo prima aveva incontrato Dio e gli apostoli, e ricordandosi del suo incontro con l’arcangelo Michele decise di rendere quel luogo sacro piantandovi la spada come simbolo della croce, di pace e redenzione. Da quel momento l’uomo si votò ad un’esistenza di povertà e sacrificio, facendo del suo mantello un saio, e diventando il Protettore dei cavalieri.
La storia di Re Artù e di Exalibur probabilmente prende spunto da questo culto, dal momento che è stata raccontata tempo dopo rispetto la morte di Galgano, e non a caso tra i cavalieri della tavola rotonda vi è un certo Gawain, tradotto in italiano Galgano. Robert de Boron magari prima procedere alla stesura del suo “Merlin”, avrà fatto un viaggio nelle terre senesi, dalle quali avrà appreso la storia della spada nella roccia, e il potere mistico racchiuso in essa.
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