“Roma capoccia der monno infame” l’apostrofa Antonello Venditti nella sua celebre canzone del ’72. Chiamiamola una coloritura dell’antico detto Roma caput mundi, che nell’età della Roma imperiale, quando la capitale aveva raggiunto il suo massimo splendore, era culla degli scambi culturali, politici ed economici del mondo conosciuto.
Questo mondo conosciuto adesso è diventato infame, ma il suo splendore imperiale aleggia sempre nelle vie, silenzioso e imponente, irradiato da quella luce che tra chiaro scuri svela la sua eterna immagine.
D’Annunzio nell’incipit de “Il piacere” la descrive come un “tepor velato, mollissimo, aureo, quasi primaverile”, che fa pensare ad una luce appartenente ad una dimensione divina.
C’è da ricordare che la Roma che noi tutti visitiamo, è la coesistenza perfetta tra il mondo antico, dei consoli e del senato, degli imperatori e dei grandi generali, personificato dalla “maestà del Colosseo“, e il mondo rinascimentale-barocco, ricco e sontuoso, nato dalle menti brillanti di Michelangelo, Bernini e Borromini, ricordato dalla “Santità del Cuppolone“. Quest’ultimo, è anche possibile osservarlo in una prospettiva del tutto particolare e inverosimile: attraverso il buco della serratura del cancello del Priorato dei Cavalieri di Malta, sito sul colle Aventino.
Chi non ricorda la maestra di storia alle elementari che faceva studiare i Colli Romani a memoria? Per chi non li ricordasse facciamo un breve ripasso: Aventino, Campidoglio, Celio, Esquilino, Palatino, Quirinale, Viminale. Con l’aggiunta, poi, dei colli “supplementari” come il Gianicolo, da cui probabilmente Venditti sta guardando il “fontanone” (Fontana Acqua Paola), e il Pincio con la sua terrazza imponente, che oltre ad un magnifico belvedere è uno dei luoghi piu romantici della città, soprattuto al tramonto quando “l’arancia rosseggia” e il tempo pare fermarsi. L’unica città nata e sviluppatasi intorno a sette colli, dove convivono 2000 anni di storia!
A Roma possiamo trovare la rovina di una testimonianza dell’età antica, che si amalgama perfettamente con un edifcio di età rinascimentale insieme ad un altro dell’epoca attuale; una stratificazione pazzesca che nessun’altra città al mondo presenta con tanta no chalance.
Roma è una serie di microcosmi, quartieri, zone diverse che si mescolano in quella che noi riconosciamo come la Capitale. E’ una città frammentaria ma unita, è vivere in una piccolo paese e al tempo stesso in una metropoli; è un pittore con tante sfumature nella sua tavolozza, che utilizzate, insieme, fanno il quadro.
Possiamo collocare il centro nella zona tra Piazza di Spagna e Piazza del Popolo, il Pantheon e la Fontana di Trevi, ma il resto è racchiuso in zone che vanno a comporre tutto l’insieme. Un romano ti farà sempre la distinzione tra Roma nord e Roma sud: nella prima il suo cuore pulsante è Ponte Milvio, indimenticabile per i milioni di lucchetti che, grazie al film di Federico Moccia, lo hanno immerso fino a pochi anni fa, mentre per la seconda è l’Eur, quartiere progettato per diventare espansione della città verso il mare, emblema del razionalismo italiano, con il famoso Palazzo della Civiltà Italiana, colloquialmente chiamato Colosseo Quadrato, che ora accoglie l’head quarter della casa di moda romana per eccellenza: Fendi.
In questa trama cosi ampia, vi sono alcuni luoghi che bisogna necessariamente attraversare, per inserisi nella spirito della città: Trastevere il quartiere di Alberto Sordi emblema della “romanità” che tutti noi “stranieri” intendiamo, Campo de’ Fiori cosmopolita e variatamente popolato da nazionalità diverse, i Parioli conosciuto per essere la parte più chic della Capitale, Monti e Prati caratteristici e particolarmente frequentati, Testaccio e San Lorenzo quartieri universitari per eccellenza, e ovviamente tutti i luoghi storici dai Fori Imperiali, all’Altare della Patria, Piazza del Campidoglio, la Fontana di Trevi e il grandioso Pantheon.