“La Regina delle Ville del Lago” | Valorizzazione e Musealizzazione di Villa Poss e delle sue Proprietà
BeatriceTra le numerose realtà museali ed espositive presenti sull’intero territorio del Lago Maggiore, vi sono una serie di manufatti architettonici oggi abbandonati, che ci concedono di entrare, spesso solo mentalmente, nelle tradizioni locali e di ripercorrere la storia delle sue piccole cittadine e dei suoi borghi. Lo storico complesso di Villa Poss, che si colloca lungo la strada litoranea che da Intra conduce a Ghiffa, nella provincia di Verbania, appartiene a essi. Il manufatto architettonico, con tutta la sua proprietà, s’inserisce nel territorio verbanese tra il verde delle montagne e l’azzurro del lago, dominando questo limite attraverso un vasto parco botanico, terrazze belvedere, fontane e giardini all’italiana. Si tratta di luogo che per più di un secolo è stato riconosciuto come uno dei più incantevoli della zona grazie alla caratteristica architettura medievaleggiante della Villa, con la sua torretta belvedere, e alla magnificenza del giardino, che negli anni Sessanta del Novecento ha conosciuto il suo massimo splendore sotto l’ultima proprietà che lo abitò, la famiglia di Alessandro Poss. Villa Poss e le sue proprietà, tra cui un immenso parco che ospita più di 150 specie vegetative, si presenta oggi come una selva incolta, che nasconde meraviglie inaspettate. Un paradosso molto frequente in Italia, un gioiello che finisce per diventare un “macigno” a causa della non-cura e dell’abbandono. Tutta la proprietà necessita dunque di un tempestivo intervento che possa riportare l’intera area allo splendore originario. E’ da qui che il progetto si è orientato alla valorizzazione e musealizzazione di tutta la proprietà Poss, un patrimonio architettonico e artistico d’ineguagliabile valore e che presenta ancora oggi, nonostante lo stato avanzato di abbandono, una qualità degli spazi ben riconoscibile. Le fasi progettuali seguite hanno affrontato diversi temi, quali il progetto Architettonico e di recupero della Villa con la ricostruzione degli elementi andati persi; il progetto di Allestimento Museografico negli ambienti interni della Villa, nonché un Museo del Territorio volto a raccontare, attraverso contenuti multimediali, le peculiarità del Lago Maggiore; il progetto illuminotecnico, al fine di rendere riconoscibili e visibili, anche nelle ore notturne, gli elementi significativi, caratteristici e storici del progetto; il progetto paesaggistico al fine di riportare in vita il grande parco botanico e pensare a nuovi luoghi “dello stare”, tra cui uno spazio “meditativo”, il Canopo, dedicato al passeggio e al benessere. Il progetto di intervento sulla Villa prevede, in primo luogo, un ripristino delle strutture portanti e un restauro storico di alcune stanze al Piano Terra ancora ben conservate, ma soprattutto la ricostruzione filologica degli elementi persi e di fondamentale importanza per la completa leggibilità dell’architettura, nonché parte del prospetto orientale e la torre belvedere. Qualsiasi intervento operato è volutamente riconoscibile; sono dunque stati rappresentati gli elementi persi in maniera distinguibile. “Antico” e “Nuovo” sono armonizzati nelle forme e nei materiali. Al massiccio blocco di pietra scagliola della Villa Ottocentesca viene inserito un volume neutro costituito da un rivestimento in grandi blocchi di pietra chiara, che riprende le cornici e le decorazioni dell’antico manufatto. L’originaria torretta medievale viene invece ri-proposta come segno; non si tratta dunque di una ricostruzione dell’elemento come volume, ma come traccia. Circa gli spazi interni, le stanze al Piano Terra vengono restaurate offrendo particolare attenzione ai soffitti voltati e mantenendo cornici e porte esistenti; mentre le stanze ai piani superiori, Primo e Secondo, diventano dei White Cube, dove gli unici elementi riconoscibili del fabbricato ottocentesco sono i serramenti, che rimangono quelli originari. Con la collaborazione dello Studio Pollice Illuminazione di Milano, si è invece cercato di “mettere in scena”, attraverso la luce artificiale, fattezze ed elementi caratteristici del progetto, creando, così delle Architetture luminose. La volontà è stata quella di rendere riconoscibile, anche di notte, gli elementi peculiari della Villa, indispensabili alla sua lettura unitaria così come composta originariamente. E’ stata dunque pensata un’illuminazione ad hoc per ogni intervento proposto , ognuno dei quali crea nuovi scenari capaci di conferire emozionalità e valore architettonico. La luce diviene così elemento costruttivo, per la sua capacità di plasmare superficie, modellare volumi, strutturale e delimitare spazi. Nei terrazzamenti della proprietà, che si susseguono scendendo verso il lago, si inserisce, invece, il progetto del Canopo, un luogo mistico costituito da una “foresta” di colonne in cemento sbiancato che celano sculture riprodotte come copie, dal repertorio della statuaria ottocentesca tipiche delle Ville di quegli anni sul Lago Maggiore. Un luogo dello “stare”, tra sculture raccolte e un grande specchio d’acqua che riflette la natura circostante. Una forma suggerita dal luogo stesso e dall’andamento del terreno che ben si presta ad ambienti dislocati su diversi livelli, collegati tra loro da monumentali scaloni esistenti. Ecco che questi ultimi permettono di raggiungere il Mirador, concluso nei suoi due lati da esistenti terrazze belvedere, riportate al loro splendore originario stile liberty. Project and drawings: Beatrice Maio, Alice Frova, Erica Pugliese. Photo © Not Ordinary Thing
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