Tivoli

Villa Adriana e i luoghi d’acqua: un centro benessere tra le rovine

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Villa Adriana è un paradigma nel senso che è un luogo fisico e mentale che non cessa di essere attivo e pulsante nel sensibilizzare ed emozionare esteticamente, evocare e narrare il suo essere nel tempo antico e contemporaneamente nel tempo di oggi, produrre e costruire pensieri di architettura.
Villa Adriana è una delle più grandi lezioni di architettura del mondo occidentale, e ogni volta che s’incontra, rappresentata sui libri o vissuta nei suoi luoghi silenziosi, se ne esce con qualcosa di più tra le mani.
Villa Adriana è un punto di partenza che non smette mai di stupire: sempre uguale e sempre diversa. Come il principe che la desiderò, “multiplex et multiformis”.

(Prof. P.F. Caliari)

Il tema concorsuale della XIII edizione del Premio Piranesi “Prix de Rome” prevedeva, accanto ad un più generale progetto di musealizzazione e fruizione della Villa, la progettazione di una fontana monumentale e quella di un centro benessere dedicato al relax e alla cura del corpo (SPA, Salus Per Acquam) in relazione ai notevoli sviluppi degli ultimi anni di questo genere di turismo, spesso associato a quello culturale. Era prevista, inoltre, lo studio dell’immagine coordinata di questa nuova struttura, in linea con i principi di promozione e comunicazione dei beni culturali.
Un tema progettuale estremamente adatto all’area archeologica che fa dell’acqua e del suo sfruttamento una delle caratteristiche che la caratterizzavano con maggiore forza.

Il progetto da noi pensato, in team con delle amiche più che colleghe (Caterina Mancuso, Roberta Scimia e Nicolle Ollari) riprende la sua composizione, per gemme, dalla regolarità della pianta paratattica della Villa Adrianea, creando con gli elementi fondanti la villa uno stretto rapporto. Ars per aquam: pregnante risulta infatti il rapporto tra arte, acqua, natura e architettura e di come quest’ultima, leggera e geometrica si inserisca tra le rovine del Pretorio e faccia da sfondo a uno dei luoghi più suggestivi della Villa: il Canopo.

Nella fontana monumentale l’arte e l’acqua sono a servizio dell’architettura, che si mostra attraverso un intervento unitario. Tra la torretta del Pretorio e gli spazi dedicati in origine ai calcarari, i luoghi d’acqua sono stati pensati senza soluzione di continuità per restituire un forte impatto scenografico. Nel padiglione termale, denominato H2O per evidenziare quanto l’elemento acqua sia pregnante, è, invece, la luce la vera protagonista, articolata secondo un disegno geometrico suggerito dalle pavimentazioni originali della Villa che si esemplifica in cannoni lùmiere e piccoli fori prismatici nelle pareti perimetrali, i quali distribuiscono la luce naturale negli ambienti interni, creando effetti suggestivi e magici, quasi a richiamare lo scintillio del sole tra le fronde degli olivi circostanti.

Lo sviluppo plantimetrico si realizza secondo lo stesso schema poligonale delle aperture dei prospetti, generando uno spazio molto dinamico, con momenti di contrazione e di dilatazione, tra le zone relax e le svariate tipologie di piscine.

 

È un rapporto che si sviluppa in verticale, cercando un contatto con il terreno, attraverso le vasche d’acqua, e con il cielo, aspirando alla luce e alla divinità.

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